9 research outputs found

    Fly in color. A chromatic “model” for the cabin of a commercial aircraft

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    The European research CASTLE (Cabin System Design Towards Passenger Wellbeing) puts the passenger's perception of well-being at the center of a prototype commercial aeronautics project. From this point of view, the evaluation of ergonomics and the travel experience become the objectives of an analysis of the space/context in which color, integrated with the functional components, of the shape and materials, becomes a tool for the concept design of the cabin space. The methodological approach developed therefore entrusts color to a primary role in defining the state of well-being and identity of the cabin space, through a "color model" that can be scaled in relation to the colors that each company will choose for its own color image

    Spazi Comuni. Scenari universitari per il ritorno alla a-normalitĂ 

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    L’idea di ricerca consiste nella mappatura e valutazione comparativa di ipotesi progettuali per il riavvio delle attività in ambito universitario, che prevedono la convivenza di esperienze in presenza e da remoto. Lo studio propone di esplorare le azioni quotidiane che caratterizzano gli spazi fisici universitari attraverso l’approccio user journey map al fine di progettare la comunicazione e la fruizione avvalendosi di aggiornate tecniche hcd e ux

    White X

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    Fly in color. A chromatic “model” for the cabin of a commercial aircraft

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    The European research CASTLE (Cabin System Design Towards Passenger Wellbeing) puts the passenger's perception of well-being at the center of a prototype commercial aeronautics project. From this point of view, the evaluation of ergonomics and the travel experience become the objectives of an analysis of the space/context in which color, integrated with the functional components, of the shape and materials, becomes a tool for the concept design of the cabin space. The methodological approach developed therefore entrusts color to a primary role in defining the state of well-being and identity of the cabin space, through a "color model" that can be scaled in relation to the colors that each company will choose for its own color image

    Design del giunto “per forma”. The design of the joint “by form”.

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    Zero connessioni per la Clip, graffetta capolavoro tra gli oggetti anonimi, mono componente e mono materico, che lavora per elasticità e pressione. Tre connessioni rigide per gravità, una per ogni gamba di “Eros”, tavolo in marmo disegnato da Mangiarotti nel 1971. Trecento connessioni per attrito ottenute con il giunto della sfera geodetica che protegge dagli urti il drone “Elios” di Flyability. Giunzioni con forme che dipendono dal materiale e dalle forze sviluppate, dalle tecniche e dal contesto d’uso ed epocale. Questo è il tema di una ricerca induttiva del design universitario che ha preso in esame oltre 500 esempi di giunzione “per forma”, indagandone le relazioni storiche e culturali, le questioni di linguaggio e quelle tecniche, dando vita ad una catalogazione tassonomica in ragione del materiale, della tipologia del semilavorato, del numero di piani interessati dalla connessione e dalle forze tra questi scambiate. Accompagnata, per una maggiore comprensione dei fenomeni, da rappresentazioni fotografiche e di disegno in esploso assonometrico. Una ricerca che si configura come contributo alla cultura del progetto per il fabbricare, basata sull’osservazione attraverso una lente di ingrandimento della micro-cultura delle connessioni, marker di riferimenti al passato e fughe in avanti: dall’influenza delle tecniche di carpenteria lignea in Giappone sul lavoro dei maestri dell’architettura e del design alla corrente minimal; dalle rivisitazioni di tecniche ed espressioni dell’artigianato preindustriale a quelle del making post-industriale. Zero connections for the paper clip, a masterpiece among anonymous objects, mono component and mono material and works with its elasticity and pressure. Three rigid connections by gravity, one for each leg of “Eros”, a marble table designed by Mangiarotti in 1971. Three hundred connections by friction, obtained by the joint in a geodesic sphere that protects the collision-tolerant drone “Elios” by Flyability. Joints with forms that depend on the material and the forces generated, on techniques and on the context of use and epoch. This is the subject of an inductive research work of university design that has taken into consideration over 500 examples of joints “by form”, to investigate their historical and cultural relationships, their linguistic and technical aspects and set up a taxonomic classification based on material, types of semi-processed object, number of planes involved by the connection and the forces exchanged between them. For better understanding of the phenomena, the research is accompanied by photographic representations and exploded axonometric drawings. This research is set out to make a contribution to the culture of design for manufacture, based on observation through a magnifying glass of the micro-culture of connectors, reference markers of the past and flight into the future: from the influence of wooden carpentry techniques in Japan on the work of the masters of architecture and design to the minimalist current; from revisiting pre-industrial artisan techniques and expressions to those of post-industrial making

    Meta-artigianato e design da collezione. Nuovi scenari di promozione, commercializzazione e consumo nella transizione digitale. Meta-craftsmanship and collectable design. New scenarios of promotion, marketing and consumption in the digital transition,

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    Abstract IT Il metaverso, nell’accezione data da Neal Stephenson nel romanzo cyberpunk Snow crash (1992) di “spazio tridimensionale ad interazione digitale”, comincia a rappresentare un’opportunità per mostrare e raccontare una determinata opera o prodotto senza necessariamente procedere alla sua realizzazione fisica, oppure all’opposto tradurre in digitale ciò che è fisico attraverso un’operazione di reverse engineering. L’entusiasmo per il metaverso ha motivazioni diverse, ma tutte comportano una forte inclusione del consumatore: sul piano funzionale consentono di valutare a distanza le proprietà dimensionali, cognitive ed espressive di un prodotto, mentre sul piano emozionale, aspetto che maggiormente interessa questa idea di ricerca, sono in grado di innescare nuovi processi di fruizione partecipata del prodotto/opera. Pertanto, è obiettivo dell’idea di ricerca comprendere le modalità con le quali l’artigianato tradizionale e quello digitale possano collaborare in un prossimo futuro per trovare nuovi strumenti per ampliare la promozione, la vendita e la dimensione del valore delle proprie opere usufruendo dello spazio virtuale del metaverso. Nel modello simbolico di Fig.1 le due torri dell’artigianato tradizionale e digitale sono osservatori virtuali di un metaverso qui rappresentato da layer trasparenti come spazio virtuale della collaborazione tra questi due mondi. Abstract EN The metaverse, in the meaning given by Neal Stephenson in the cyberpunk novel Snow crash (1992) of "three-dimensional space with digital interaction", begins to represent an opportunity to show and tell a specific work or product without necessarily proceeding to its physical realization, or on the contrary, translating what is physical into digital through a reverse engineering operation. The enthusiasm for the metaverse has different motivations, but all of them involve a strong inclusion of the consumer: on the functional level they allow to evaluate at a distance the dimensional, cognitive and expressive properties of a product, while on the emotional level, an aspect that most interests this idea of research, are able to trigger new processes of participatory use of the product/work. Therefore, it is the objective of the research idea to understand the ways in which traditional and digital craftsmanship can collaborate in the near future to find new tools to expand the promotion, sale and dimension of the value of one's works by taking advantage of the virtual metaverse space. In the symbolic model of Fig.1, the two towers of traditional and digital craftsmanship are virtual observers of a metaverse represented here by transparent layers as a virtual space of collaboration between these two worlds

    Here. Human Engagement in Robotics Experience

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    Negli ultimi anni abbiamo assistito ad un aumento di sensibilità sul tema della robotica di telepresenza che, nello scenario della robotica di servizio, apre a nuove relazioni “uomo-macchina-uomo”. Nati per rispondere ad esigenze commerciali come teleconferenze, accoglienza e guida di ospiti in ambienti di lavoro, la loro diffusione sta aumentando anche in ambiti ad alto impatto sociale. Questo consente agli utenti che si trovano a distanza per gravi motivi, di mettersi in contatto con il singolo o la collettività in modo naturale, attraverso il proprio volto e voce, interagendo con lo spazio da remoto. Il robot può ricevere o inviare stimoli, agire e interagire seguendo il movimento di un individuo o di un gruppo, vivendo in tempo reale spazi e attività. L’introduzione di questa tecnologia apre riflessioni sulla propria accettazione, sia sotto il profilo funzionale che estetico, da parte dell’utente nei vari contesti di applicazione. Infatti, l’aumento delle proposte commerciali e sperimentazioni legate alla robotica di telepresenza non sempre restituisce risultati soddisfacenti sotto il profilo User Centered Design. La ricerca proposta intende esplorare alcuni ambiti socio-collettivi, al fine di creare linee guida per la concezione di un prodotto aggregabile e personalizzabile, adattabile ai diversi contesti

    Here. Human Engagement in Robotics Experience

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    Negli ultimi anni abbiamo assistito ad un aumento di sensibilita\u300 sul tema della robotica di telepresenza che, nello scenario della robotica di servizio, apre a nuove relazioni \u201cuomo-macchina-uomo\u201d. Nati per rispondere ad esigenze commerciali come teleconferenze, accoglienza e guida di ospiti in ambienti di lavoro, la loro diffusione sta aumentando anche in ambiti ad alto impatto sociale. Questo consente agli utenti che si trovano a distanza per gravi motivi, di mettersi in contatto con il singolo o la collettivita\u300 in modo naturale, attraverso il proprio volto e voce, interagendo con lo spazio da remoto. Il robot puo\u300 ricevere o inviare stimoli, agire e interagire seguendo il movimento di un individuo o di un gruppo, vivendo in tempo reale spazi e attivita\u300. L\u2019introduzione di questa tecnologia apre riflessioni sulla propria accettazione, sia sotto il profilo funzionale che estetico, da parte dell\u2019utente nei vari contesti di applicazione. Infatti, l\u2019aumento delle proposte commerciali e sperimentazioni legate alla robotica di telepresenza non sempre restituisce risultati soddisfacenti sotto il profilo User Centered Design. La ricerca proposta intende esplorare alcuni ambiti socio-collettivi, al fine di creare linee guida per la concezione di un prodotto aggregabile e personalizzabile, adattabile ai diversi contesti
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